L'OSSESSIONE
CAPITOLO 3
La prima volta in palestra
Finita la scuola, tornai a casa a mangiare con mia madre. Avevo già i miei impegni per il pomeriggio, ma d'improvviso come d'incanto, nuovi programmi si formarono nella mia mente: prima un paio d'ore in palestra, più che altro per farmi un'idea di come fosse organizzata, poi una visita a sorpresa a Lara, che abitava poco distante, in modo da farmi perdonare per la figuraccia della sera precedente, e infine, la lezione a casa del professor Pisani, il cui indirizzo stranamente coincideva con la stessa via della palestra.
Disdire la partita di pallavolo però non fu facile, praticamente litigai al telefono con l'allenatore che aveva bisogno di me in squadra e non capiva il motivo della mia assenza. Ma il desiderio di andare in palestra per provare qualcosa di nuovo era grande e così, senza pensarci due volte, gli ribadii che non potevo giocare quel giorno. Ci rimasi un po' male visto che alla fine mi rispose che non solo non avrei giocato quel pomeriggio, ma mai più nella sua squadra, visto i problemi che gli procuravo nel tirarmi indietro con così poco preavviso. Detto questo riattaccò. Che testa di cazzo! Pensai... Beh, almeno questo mi avrebbe dato più tempo libero, e magari mi sarei potuto dedicare maggiormente alla palestra se mi fosse piaciuta.
Chiusa la faccenda con l'allenatore dovetti avvertire anche Gabry, e anche lui ci rimase abbastanza male visto che facevamo coppia fissa di schiacciatori in partita, ma con lui eravamo amici praticamente dall'infanzia e quindi non se la prese più di tanto: le uniche sue raccomandazioni furono di non pomparmi troppo per non perdere di agilità e di controllare bene se in palestra c'era qualche pollastrella per lui, visto che al momento non aveva nessuna tra le mani. Lo rassicurai su entrambi i punti, non volevo certo gonfiarmi, andavo solo per vedere se la palestra riusciva a farmi restare tonico con poco sforzo... e per scroccare il mese gratis in promozione.
E così nel primo pomeriggio mi ritrovai di fronte ad un palazzo molto moderno, in una via laterale poco trafficata non molto distante dalla nostra scuola. Al piano terra c'era il portone principale, nel quale notai subito nel citofono il nome del professor Pisani in corrispondenza dell'interno dell'ultimo piano. Quella sera avrei saputo dove suonare senza indugio. Ma la cosa che mi stupì fu una specie di lettore ottico con vicino un piccolo display e un pulsante, il tutto sotto la scritta abbastanza anonima "Mind Freak". Non sembrava certo il campanello di una palestra! Comunque orami mi trovavo lì e quindi premetti il pulsante. Subito comparse un scritta luminosa sul piccolo display: "MIND FREAK: Passare il dito sul lettore". Abbastanza incredulo, passai l'indice sul piccolo lettore ottico, e immediatamente la scritta sul display cambiò: "Luca Belloni: accettato". Ma che cavolo significava? Come facevano ad avere le mie impronte digitali? E a sapere il mio nome?
Era tutto molto strano, ma all'improvviso si aprì di scatto il portone principale e quindi i miei pensieri vennero interrotti: l'interno era molto lussuoso, e notai che appena dentro l'androne, sulla destra, c'era una seconda porta laterale, che si era anch'essa aperta con un suono metallico. Ero incuriosito e così entrai e mi diressi verso la seconda porta, che mi condusse ad un ascensore con un'unica destinazione possibile, ovvero il primo piano seminterrato. Scesi sotto, e quando si aprirono le porte dell'ascensore, non credetti ai miei occhi: di fronte a me si trovava la palestra più grande e più tecnologicamente avanzata che avessi mai visto!
Tutto il sotterraneo dello stabile era stato trasformato in una enorme sala pesi, piena di attrezzi di cui non immaginavo nemmeno l'esistenza fino a quel momento, molto illuminata e areata da un impianto di condizionamento all'avanguardia. L'atmosfera era tranquillissima, non c'erano più di otto o dieci persone ad allenarsi, e da una prima occhiata la cosa che più mi colpì è che erano tutti vestiti con abiti succinti e addirittura alcuni solo con un attillatissimo slip da competizione bianco. Ma che posto era quello?
Mentre pensavo queste cose, feci appena in tempo ad uscire dall'ascensore prima che le porte si richiudessero lasciandomi dentro come un pollo, tanto era il mio stupore. Uscendo notai il tipo che mi aveva fermato quella stessa mattina a scuola, era appoggiato al muro affianco all'ascensore, e questo mi aveva impedito di vederlo subito. Mi salutò dicendo: "Ciao Luca, sono contento che tu abbia accettato l'invito. La palestra Mind Freak ti da il benvenuto." Era davvero molto muscoloso, il sudore gli metteva ancor più in evidenza tutti i muscoli, in particolare i pettorali e gli addominali tesissimi e in mostra, risaltati dalla sua canotta che a stento gli copriva i capezzoli. Notai che in mano aveva una di quelle barrette iperproteiche che si usano nelle palestre, che immediatamente mandò giù in un sol boccone, divorandola avidamente. La cosa che mi colpì, oltre a quell'esibizione involontaria di muscoli guizzanti ed evidentemente pompati dall'allenamento che stava eseguendo, fu la zona dei pantaloncini, perché se nella parte posteriore era tiratissimo a causa dei muscoli dei glutei ipersviluppati, sul davanti era praticamente piatto, il che faceva pensare che il tipo fosse molto poco dotato. Forse dopotutto le ragazze della scuola non si sbagliavano...
Comunque, nell'altra mano aveva un pacchetto con il marchio della palestra, su cui c'era una etichetta con scritto il mio nome e cognome. Non avevo avuto nemmeno il tempo di rispondergli che mi passò la busta dicendomi: "Io comunque mi chiamo Andrea, qui hai tutto quello che ti serve per iniziare ad allenarti, se hai bisogno di qualcosa chiedi pure a me ma solo per cose importanti... Mentre mi alleno non mi piace essere disturbato..." Sembrava quasi assente mentre diceva tutto questo, e poi, non senza aver fatto ballare un po' i pettorali, si allontanò riprendendo i suoi allenamenti. Che razza di idiota esibizionista fissato!
Comunque questo nuovo ambiente mi incuriosì parecchio e mi guardai meglio intorno: c'era uno spogliatoio, una grande sala per le macchine e i pesi, e un grande bancone pieno di integratori e bevande varie, al quale avevo visto avvicinarsi già un paio di volte alcuni dei ragazzi presenti; ma a parte questo, nulla: non c'era una segreteria, non c'era un regolamento, sembrava un posto dove ci si poteva solo ed esclusivamente allenare e pompare i muscoli. Non capii nemmeno come avrei fatto a pagare le mensilità successive, visto che non c'era nessun addetto al personale, ma per il momento non mi importava, in fin dei conti iscrizione e primo mese erano gratis quindi non dovevo preoccuparmene: avevo a mia disposizione una palestra pochissimo frequentata, ipertecnologica, e quindi tutto sommato la cosa mi piaceva, perché pensare ad altro?
Prima di andare nello spogliatoio rimasi ancora qualche minuto a guardare quello che succedeva: la maggior parte dei presenti erano miei compagni di scuola, iscritti alla sezione M, che strana coincidenza. Non volevo certo diventare come uno di loro, armadi semoventi, montagne di muscoli viventi e zimbello di tutta la scuola visto le loro stazze fisiche. Notai inoltre che alla fine di ogni esercizio, come spinti da una forza irresistibile, non perdevano l'occasione di avvicinarsi agli onnipresenti specchi per posare e flettere i loro muscoli ammirando il risultato dei loro sforzi, per poi andare a divorare le barrette energetiche e le bevande iperproteiche messe a loro disposizione nel grande bancone. Ma la cosa positiva era che nemmeno loro sembravano molto interessati a conoscermi, talmente erano concentratissimi nelle loro routine di allenamento, quindi per me andava più che bene così. Quindi mi diressi verso lo spogliatoio, e aprii la busta: dentro c'era una scheda di allenamento dettagliata, che trovai molto ben fatta e facile da capire, degli indumenti da palestra attillatissimi e un foglio di benvenuto che diceva soltanto questo:
************************************************************************************** *** Benvenuto nella palestra MIND FREAK. *** *** Ricorda, devi solo concentrarti e seguire l'allenamento indicato nella scheda. *** *** Troverai la giusta forza di volontà... *** *** PER MIGLIORARTI ! *** *** PS: Si ricorda alla gentile clientela che le vivande al bancone *** *** sono disponibili gratuitamente. *** **************************************************************************************
Le parole erano molto strane, mi sembrava di averle già sentite. Concentrazione, forza di volontà, effettivamente ero un po' carente in queste discipline e speravo di migliorare in questo anche con la palestra. Poi la mia attenzione cadde sugli indumenti trovati nel pacchetto. Pensai di getto: "Non si crederanno certo che indossi questi ridicoli vestiti?! Io mi vesto con la mia tuta come ogni persona normale che si allena in una palestra normale!" E così presi la tuta dalla borsa che avevo con me e iniziai a cambiarmi. Mentre mi spogliavo, non potei fare a meno di paragonare il mio fisico a quello di Andrea, certo ero molto più magro e più debole di lui, e la cosa mi dava stranamente fastidio... In fin dei conti un po' più di muscoli non mi sarebbero stati male addosso, certo mantenendo la mia agilità e senza rinunciare minimamente alla mia virilità... Mentre pensavo queste cose indossai la mia solita tuta da ginnastica e mi diressi, scheda in mano, verso la prima macchina, che in realtà non era altro che una cyclette per riscaldamento. Iniziai facendo qualche minuto ad un buon ritmo, ma notai che quando gli altri mi si avvicinavo, mi guardavano la tuta con disprezzo... come se non fossi alla loro altezza e non avessi il coraggio di mostrare il mio fisico... La cosa mi metteva talmente a disagio che tornai di corsa negli spogliatoi, buttai via la tuta e mi vestii con gli abiti consigliati dalla palestra, in fin dei conti visto che erano offerti che male c'era? E poi qui chi mi avrebbe visto? Ripresi così l'allenamento, più a mio agio visto che almeno quelle strane occhiate erano terminate, e ora gli altri ragazzi, tutti più muscolosi di me anche se non al livello di Andrea, mi ignoravano, ognuno preso dai propri esercizi.
Finito il riscaldamento, che prevedeva dopo la cyclette anche lo step e il tapis roulant, Mi diressi verso il primo macchinario indicato nella scheda per l'allenamento vero e proprio, la pec machine, caricai dei pesi non impegnativi, solo per sondare il terreno, essendo la prima volta, e iniziai la prima serie. Contai le ripetizioni, dovevo farne dieci: 1... 2... 3... 4... Era strano ma mentre le contavo, e cercavo di concentrarmi, mi tornarono in mente le serie numeriche su cui mi aveva fatto studiare il professor Pisani la sera precedente. Era come se alcuni di quei gruppi di numeri mi balzassero in mente automaticamente quasi a descrivere numericamente il movimento che stavo facendo con le braccia, mentre portavo il peso davanti a me per sforzare i pettorali... Persi il conto subito, mi fermai, ricominciai, accadde la stessa cosa... Non riuscivo a non pensarci! Poi mi venne un'idea, il professore mi aveva detto che quello era un esercizio per aumentare la concentrazione, e forse era del tutto normale che quando tentavo di concentrarmi mi venissero in mente. Allora decisi di lasciar fluire i pensieri, e di continuare ad esercitarmi guidato dai numeri che mi venivano in mente, piuttosto che dal conteggio delle ripetizioni. Così feci il primo esercizio, in realtà non sapevo bene quante ripetizioni avevo fatto, ma più o meno dovevano essere una decina per serie, mi sentivo il petto piuttosto sollecitato, aumentai i pesi due volte da una serie all'altra perché mi sembravano troppo leggeri... Andai avanti anche con gli altri esercizi, contavo le ripetizioni lasciandomi guidare dalle serie numeriche che mi affioravano in testa, mi immersi totalmente, pensavo solo ad allenarmi, era come se il mondo circostante non esistesse...
Così feci pettorali, bicipiti, tricipiti, deltoidi, addominali, quadricipiti e polpacci, un allenamento di base ma completo, il tutto guidato con macchinari che mi consentivano di effettuare i movimenti nel modo corretto ma al tempo stesso sollecitando abbastanza i muscoli. Dovevano essere passate circa un paio d'ore, quindi era giunto il momento di andarsene. Ero davvero soddisfatto di questo primo giorno in palestra, avevo fatto sicuramente più di quello che mi aspettavo. Passando davanti agli enormi specchi a parete che tappezzavano tutta la sala, non potei fare a meno di dare un'occhiata ai risultati dei miei sforzi: sicuramente non ero cresciuto di un grammo, ma notai che i muscoli erano più segnati di prima, la pelle era arrossata dall'esercizio e dal sangue che sentivo pompare nelle vene, vene che erano anche un po' più evidenti in molte parti del corpo. Mi sentivo bene, mi sentivo forte, mi sentivo tirare tutti i muscoli che avevo allenato. Ero contento. In quel momento, nel guardarmi allo specchio i muscoli, avvertii una strana sensazione, come di essere osservato, mi girai di scatto ma nessuno dei ragazzi presenti mi prestava attenzione e quindi dopo quel primo istante non ci pensai più. Inoltre notai che avevo la mano leggermente sporca di cioccolato, proprio uguale a quello con cui erano ricoperte le barrette energetiche che avevo visto mangiare ad Andrea. Evidentemente durante gli allenamenti, mentre ero sovrappensiero, ne avevo mangiata una anch'io. Di certo male non mi avrebbero fatto!
Mentre pensavo queste cose, mi diressi nello spogliatoio, e presi i miei vestiti. Non era stato poi così male allenarsi con l'abbigliamento consigliato dalla palestra, anzi era anche più comodo in fin dei conti. Mi vestii e mi infilai l'orologio al polso. Guardai l'ora e... cavoli! Ma erano già le otto di sera, l'ora della lezione del professore!!! Non mi ero reso conto di essermi allenato per ben quattro ore! Ma come era possibile? E dire che volevo pure fare una sorpresa a Lara! Uffaaaa... Ma ormai non avevo altra scelta che andare direttamente a fare ripetizione di matematica dal professor Pisani...
FINE CAPITOLO 3
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