Disclaimer: This story is fiction. All persons depicted are just names, all actions are fiction. It deals with sex between consenting males. Any person under 18 or if you find this type of story offensive, or viewing this material is illegal where you are, then please do not read it! [Encounters][Non-English]
Poco fuori la sala giochi Petru incontrò di nuovo il ragazzo con i buffi occhiali da sole. Era appoggiato a una Mercedes, come se stesse aspettando qualcuno. Da come reagì vedendolo, sospettò che forse stava aspettando proprio lui.
"Ciao. Sei un amico del fratello di Murad, vero?"
"Perché?"
Petru fu sul punto di mandarlo a quel paese ma voleva sapere che cosa avesse a che fare con Amir.
"Sì."
"Lo sai che sei proprio carino?"
L'approccio diretto dell'altro lo colse alla sprovvista. A parte l'abbigliamento non era male. Il tipico ragazzo mediterraneo con capelli ricci, carnagione abbronzata e occhi scuri. Inoltre sotto la camicia attillata era ben visibile il lineamento dei pettorali.
"Dove devi andare? Se vuoi ti posso dare un passaggio."
Petru esitò un attimo. Davanti al suo silenzio lo sconosciuto si fece coraggio.
"Non preoccuparti, a me piace succhiarlo."
La macchina procedeva abbastanza spedita. Petru, seduto accanto all'italiano, si chiedeva dove fossero diretti. Mentre guidava, l'altro lo divorava con gli occhi e ogni tanto allungando la mano, gli accarezzava l'interno coscia. In un primo momento quel tocco lo mise in allarme, poi cominciò a rilassarsi. Non aveva l'aria del maniaco e i suoi modi erano gentili. Arrivati in una zona deserta parcheggiarono sotto un cavalcavia. Intorno non c'era anima viva. Spenta la macchina il ragazzo gli mise la mano sul pacco e prese ad accarezzarlo lentamente. Quell'approccio così diretto lo fece sobbalzare.
"Tranquillo, vedrai che ti piacerà."
Già durante il tragitto il sesso di Petru aveva iniziato a inturgidirsi e ben presto, da sotto i pantaloni della tuta, fu possibile distinguerne il profilo. L'italiano passò ad accarezzargli l'addome.
"Posso?"
Petru sentiva il cuore martellargli nelle orecchie. Al suo cenno affermativo gli infilò la mano sotto la felpa toccandogli la pelle. Il contatto con il palmo caldo e morbido, gli fece provare un piacere inaspettato. Poi senza chiedere, l'italiano gli tirò su i vestiti e prima che potesse dire qualcosa, sentì le sue labbra sul capezzolo. Il sesso rispose allo stimolo con una vibrazione. Ora l'unica cosa che desiderava era liberarlo dalla prigione di tela in cui si trovava. Alzò il bacino e fece scivolare i pantaloni della tuta fino alle ginocchia.
Il sedile freddo gli fece venire la pelle d'oca.
L'altro si staccò dal capezzolo e chinandosi gli baciò il pube. Petru era così eccitato che quasi non riusciva a deglutire. Lo vide tirare indietro la pelle che gli ricopriva il glande, poco dopo la bocca calda si chiuse sul suo organo. Fu colto da un'ondata di sensazioni che lo mandarono in estasi. Ancora non riusciva a credere che gli stesse succedendo davvero.
Chiuse gli occhi facendo vagare la mente. Uno dei ricordi che si delinearono fu un episodio accaduto tempo prima a scuola. Quando Luca, non avendo un paio di mutande di riserva, dopo l'ora di educazione fisica decise di farne a meno. Per il resto della giornata si era lamentato del sesso che sfregava contro la tela dei jeans, procurandogli un'erezione. Cercando di non farsi scoprire, Petru aveva passato il tempo guardando il rigonfiamento. Nella sua fantasia gli liberava l'asta per poi succhiarla. Si rese conto che era la seconda volta, nel giro di due giorni, che si trovava a fantasticare sull'amico.
Nelle sue fantasie era lui ad avere un ruolo attivo, anche se non aveva la minima idea di come fare. Nei video porno sembrava tutto così facile e naturale. Una volta aveva provato a infilarsi un cetriolo nell'ano ma riuscì solo a farsi un gran male. L'italiano era arrivato con le labbra alla base del sesso. La punta toccava il fondo della gola e Petru si chiese come riuscisse a respirare. Si abbandonò al piacere finché non lo sentì rimettersi dritto per slacciarsi i jeans. Si guardò tra le gambe. Forse era una sua impressione, oppure il fatto che glielo stessero succhiando, ma non ricordava di aver mai avuto un'erezione tanto grande. La pelle si era ritratta completamente e il frenulo era tirato al massimo.
Diede un'occhiata a come fosse messo quello dell'altro. Dalle mutande lo vide tirare fuori una verga grande più o meno come la sua, anche se non completamente eretta. Usando la mano sinistra per masturbarsi, l'italiano si chinò nuovamente sul suo sesso. Con la lingua gli accarezzava la base del glande, per poi ritrarsi e farlo sfregare contro le labbra. Petru iniziò a gemere come aveva visto fare nei video porno. La cosa sembrava eccitare l'italiano, perché iniziò a masturbarsi con più forza. Usando un po' della sua stessa saliva, si lubrificò l'organo che giunto a completa erezione, era diventato ben più grosso di prima.
Petru stimò che fosse almeno cinque centimetri più lungo del suo. Guardando quella cosa così grossa e piena di vene, provò l'irresistibile voglia di toccarla. Attese che l'italiano si chinasse di nuovo e poi, allungando la mano, la prese tra le dita. Sentii il calore del sangue che vi pulsava dentro. L'altro lasciò che fosse lui a masturbarlo. Era il minimo che potesse fare per ripagarlo del piacere che gli stava dando. Chiuse le dita intorno alla verga e iniziò a darsi da fare. Ben presto dalla punta iniziò a colare del liquido trasparente e appiccicoso che usò per inumidirsi le dita.
Ormai l'italiano, perso ogni ritegno, gli stava succhiando la punta come fosse stata una mammella. Petru sentì che era prossimo a esplodere. Glielo disse ma anziché rallentare, quell'altro diventò ancora più vorace. Decise di fare lo stesso, masturbandolo più velocemente. In pochi istanti dalla verga dell'italiano iniziò a uscire una marea di sperma. Il primo getto fu così violento da finire sul cruscotto. Gli altri si sparsero un po' dappertutto. La potenza di quell'eiaculazione lo eccitò talmente, da farlo venire a sua volta. L'italiano ingoiò il suo seme come se stesse bevendo da una fontana e per quanto poteva sentire, era veramente un torrente in piena.
Esausto dall'eiaculazione lasciò andare la verga. Aveva le dita coperte di sperma e istintivamente se le pulì nella felpa. L'altro prese dal vano porta oggetti dei fazzoletti di carta e cercò di dare una ripulita. Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi l'italiano disse:
"Sei stato fantastico."
Petru non si era ancora ripreso dall'orgasmo. Il ragazzo buttò fuori dal finestrino i fazzoletti sporchi e prima di ripartire si rivestirono. Lungo il tragitto non parlarono. L'italiano sembrava decisamente soddisfatto, mentre nella mente di Petru stavano turbinando mille pensieri. Quell'esperienza l'aveva sconvolto ed eccitato al tempo stesso. Sentiva di aver fatto qualcosa di sbagliato ma il piacere provato era ben superiore al senso di colpa.
"Dove ti lascio?"
Quella domanda interruppe il filo dei suoi pensieri.
"Vicino alla sala giochi."
Parcheggiarono più o meno nel punto dove si erano incontrati. Petru fece per scendere dalla macchina.
"Aspetta."
L'italiano prese dalla tasca della giacca un pezzo di carta e ci scrisse sopra qualcosa. Poi tirò fuori il portafogli. Petru lo fissava senza capire cosa stesse facendo. Ben presto si trovò in mano 50 euro e il pezzo di carta su cui era scritto un numero di cellulare e un nome: Antonio.
"Quello è il mio numero di cellulare. Quando hai voglia, basta che mi fai uno squillo."
Stordito da quanto era appena accaduto aprì la portiera.
"Come ti chiami?"
Petru lo fissò per qualche istante e poi gli disse il suo nome. Sceso dalla macchina prese lo zaino dal sedile posteriore e senza rendersi conto di ciò che lo circondava si diresse verso casa. Non vide che a pochi metri da lui Murad e i suoi amici lo stavano fissando con ghigno divertito.